L’atmosfera culturale di Goethe e l’epoca presente

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Questo articolo è stato scritto da Rudolf Steiner nel 1923 e inserito nel volume dell’Opera Omnia dal titolo Der Goetheanum-Gedanke inmitten der Kulturkrisis der Gegenwart, GA 36 (L’impulso del Goetheanum nella presente crisi della civiltà). La presente è una libera traduzione dell’autore del blog dalla traduzione in inglese di A. H. Parker., per sole finalità conoscitive, così come i sottotili, inseriti per motivi di leggibilità. L’originale inglese è comunque disponibile qui.

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L’atmosfera culturale di Goethe e l’epoca presente

di Rudolf Steiner

Nell’articolo pubblicato sul settimanale Das Goetheanum il 7 ottobre 1923, in cui ho parlato della lotta di Michele con il Drago, ho dovuto richiamare l’attenzione sulla costituzione dell’anima umana in un passato relativamente recente. Ho messo in evidenza come certe idee molto in voga nel XVIII secolo , fossero poste alla base della conoscenza, mentre oggi sono relegate all’ambito della fantasia.

La Weltanschauung1Per una traduzione del termine, si veda ad esempio il vocabolario Treccani online. N.d.T. di Goethe potrà apparire come realtà vivente agli occhi dei nostri contemporanei solo se questo fatto riceverà la debita considerazione. Gli anni ’70 e ’80 del Settecento furono gli anni della vita di Goethe in cui la sua Weltanschauung prese la direzione che ha determinato il suo fruttuoso futuro sviluppo. Fondendo il suo modo di pensare con le conoscenze scientifiche, Goethe ottenne quel caratteristico impulso interiore del suo pensiero. Egli volle raggiungere le vette di una concezione spirituale dell’universo non rifuggendo il vero e proprio studio della natura, ma lavorando in armonia con essa. Comprenderemo questo impulso interiore nella giusta maniera solo seguendo la circolazione delle idee nella sua epoca, e rendendoci conto che all’interno di questo ambiente culturale le ambizioni e le idee di Goethe non incontrarono alcuna risposta. Molti eventi confermano ciò; quello che segue è forse il più importante.

Saint-Martin

Nel 1782 apparve la traduzione del libro Des Erreurs et de la Vérité2Degli errori e della verità. Ovvero gli uomini richiamati al principio universale della scienza. N.d.T. per merito di Matthias Claudius.3Per una breve biografia di Matthias Claudius, si veda vedere ad esempio Wikipedia. N.d.T. Era un’opera di Louis Claude de Saint-Martin, il cosiddetto “Filosofo Incognito”, che descriveva il tentativo di arrivare ad una Weltanschauung soddisfacente per mezzo di un ritorno dell’umanità alla saggezza tradizionale primordiale. Allo stesso tempo mostrava che chi pensa secondo la direzione ricavata dalle conclusioni del pensiero scientifico, non vede alcuna possibilità di arrivare ad una forma di conoscenza interiormente soddisfacente. Conquistare questa conoscenza fu il desiderio profondamente sentito di Goethe.

Il fatto che i contemporanei di Goethe sentissero il bisogno di idee come quelle abbozzate da Saint-Martin è un fenomeno o circostanza che può avere un interesse particolare oggi.

Morale e Pensiero Scientifico

Il modo di pensare scientifico ambì a una concezione del mondo che escludesse del tutto gli impulsi morali, ritenuti irrilevanti ai fini della vera conoscenza. Aglio occhi sella scienza naturale, i concetti morali sono visti semplicemente come qualcosa che sorge nell’anima umana indipendentemente dai pensieri sulla natura. Conformemente al suo carattere, l’evoluzione del mondo fisico a cui l’uomo dirige la sua attenzione deve escludere l’ingerenza di concetti morali,  tanto per la sua origine che per la sua fine. Nel nebulose cosmiche ed emerge dalla quale Quali mondi a loro volta danno vita a uomo In definitiva, non impulsi morali sono al lavoro.

Anche all’interno della cerchia di Goethe si potrebbero trovare coloro i quali rifiutano una tale concezione della natura, e anelano invece a qualcosa di simile a ciò che Matthias Claudius ha voluto trasmettere con la sua traduzione dell’opera di Saint-Martin. Goethe però ebbe sempre un approccio scientifico allo studio della natura. Altri hanno voluto unire la scienza e l’ordine morale del mondo al di fuori dal regno della natura; Goethe voleva trovare questa unità all’interno del regno della natura.

L’insegnamento di Saint-Martin

Saint-Martin parla di un grave mancanza primordiale, di un peccato originale. In principio l’uomo fu plasmato nella sua vera natura da un insieme di forze sovrasensibili. Ciò non vale più, egli non è più il medesimo essere: l’uomo dimostra di essere diventato oggi un altro essere. Ha perso l’innocenza primordiale e si è rivestito delle sostanze del mondo sensibile in maniera non degna della sua natura originaria. Questo allontanamento dalla grazia si estende anche alle diverse manifestazioni della vita, ad esempio al linguaggio. Il tipo di linguaggio che oggi si usa nei diversi Paesi del mondo, non è più sufficiente per esprimere, attraverso le parole, l’intima essenza delle cose. L’uomo è costretto a limitarsi a loro aspetto esterno. L’uomo pre-adamitico4Nell’originale pre-lapsariano, antecedente alla caduta. Cfr. qui. N.d.T. possedeva una lingua primordiale che era compenetrata dalle stesse forze formative del mondo.

Secondo questa concezione, l’ordine naturale è associato all’ordine morale. In un mondo naturale dove vige solo la legge di natura, non c’è posto per questo ordine morale.

Per i seguaci di Saint-Martin tutta la conoscenza consisteva fondamentalmente nel riacquisire la disposizione originaria dell’anima attraverso un attivo sviluppo della vita interiore.

Questo desiderio, questa tensione è ciò che permea i libri di Saint-Martin. Potevano piacere solo a quelli che vedevano nella scienza un’aberrazione, una conseguenza della caduta dell’uomo. I discepoli di Saint-Martin non potevano fare a meno di pensare che questa scienza era la conseguenza del peccato originale; essi sentivano che la vera conoscenza può essere acquisita solo a prescindere dalle scienze naturali, ovvero da una concezione scientifica della natura.

La concezione goethiana del mondo

Questo atteggiamento mentale conferisce alle sue opere qualcosa che è estraneo alla nostra mentalità moderna. E Goethe deve aver sentito lo stesso. Non è importante fino a che punto egli conoscesse il lavoro di Saint-Martin; ciò che conta è che ai tempi di Goethe c’erano uomini che potevano soddisfare le proprie necessità spirituali attraverso Saint-Martin. Questo caratterizza lo stato d’animo di molti contemporanei di Goethe, il quale doveva ripudiare tali concezioni solo interiormente.

Goethe stesso non era in grado di prendere le distanze dal metodo scientifico di osservazione della natura. Egli poteva giungere alla comprensione dello spirito solo se l’osservazione dei fenomeni naturali gli avesse rivelato lo spirito. Per Goethe, l’uomo non ha perso il suo stato di innocenza, lo porta ancora dentro di sé, anche se in prima istanza non ne è a conoscenza. Ma è proprio perché da principio non ne è a conoscenza che l’uomo può acquisire, attraverso la continua applicazione, la comprensione della sua vera natura. Per Goethe la comprensione della natura non è la conseguenza della caduta, bensì un mezzo di auto-realizzazione accessibile in qualunque  momento. In questo modo Goethe ha inserito nella sua Weltanschauung l’autentica concezione di libertà interiore5Corsivo del traduttore.. Ciò non è dichiarato esplicitamente in nessuna delle sue opere, ma lo si ricava implicitamente. Colui che cerca, troverà, se solo si apre al modo di pensare goethiano. Ai giorni nostri possiamo osservare Goethe nella giusta prospettiva solo se diventiamo consapevoli di ciò. Negli anni ’80 del Settecento egli sentì un travolgente desiderio di fuga dal suo ambiente culturale. Andò in Italia, anche se non era l’Italia ciò che cercava. Ma là ha trovato se stesso, la sua vera natura, come risultato delle esperienze che vi ha fatto. Se seguiamo Goethe durante il suo viaggio italiano, vediamo il progressivo sviluppo del Goethe a cui il mondo deve così tanto.

Conclusione

La libertà deve essere ricercata nel reale e sincero sforzo che l’uomo compie. In Goethe vediamo la nuova prospettiva, il nuovo orizzonte che l’umanità deve alla sua influenza. E questo è anche ciò che lo collega intimamente all’impulso di Michele. Egli non fu in grado di raggiungere questa comunione in un ambiente che gli era estraneo, ma l’ha tuttavia conseguita attraverso una forma di contemplazione che gli era esclusivamente propria.

Questo è il motivo per cui Goethe è così vicino a quelli che oggi sono alla ricerca della conoscenza spirituale. Ai suoi tempi egli si sentì spesso un estraneo; oggi ogni ricercatore dello spirituale si sente perfettamente a suo agio con lui.

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