Equinozio di autunno

Tutto nella stagione d’autunno che si apre davanti alla nostra anima invita all’equilibrio. Nel cosmo fa il suo ingresso il segno della Bilancia, esaltazione del pianeta Saturno, e in terra gli uomini celebrano poco dopo la festività di Michele Arcangelo (il 29 settembre), spesso rappresentato nell’atto di pesare le anime – come nell’immagine di copertina (Trittico dell’Ultima Sentenza di Hans Memling), prerogativa che nel pantheon egizio spettava a Toth-Hermes.1Secondo la tradizione egizia giuntaci attraverso Il libro dei morti, si apprendere che l’anima del defunto doveva sottoporsi a un rituale celebrato al cospetto di Osiride, nel quale cui il suo cuore veniva posto su un piatto della bilancia, mentre nell’altro veniva posta la piuma di Maat (dea della giustizia). L’anima sarebbe stata salva solo se i due piatti fossero rimasti in equilibrio, altrimenti essa sarebbe stata divorata da un mostro. Tale cerimonia è conosciuta con il termine greco di psicostasia o psicostasi.

La natura termina il proprio ciclo di crescita esteriore: quella che si sta approssimando è, al contrario, una fase di crescita interiore, che va dalla morte del seme alla crescita della nuova pianta. Con un motto potremmo definirla come “Dalla morte alla vita”.

L’oscurità infatti inizia sensibilmente a prendere il sopravvento, fino allo sprofondamento nelle tenebre dei giorni in cui anticamente si festeggiavano i Saturnalia, a ridosso del Solstizio di Inverno; l’Equinozio di autunno è il punto di equilibrio tra tenebra e luce, simboleggiato proprio dal segno della Bilancia (cardinale).

L’opportunità che il calendario offre, pertanto, va ricercata proprio nell’equilibrio (o giustizia) quale virtù preparatoria al “tuffo” interiore, rappresentato dal buio esteriore; la giustizia – virtù saturnina per eccellenza – è conseguenza della saggezza di cui l’antico Chrono è portatore. Dice di lui Cornelio Agrippa:2Cfr. Cornelio Agrippa di Nettesheim, De occulta philosophia, Libro II, LIX

Saturno è chiamato padre degli dèi, dominatore del tempo nume sommo, il grande, il saggio l’intelligente, l’ingegnoso, il divoratore di spazi, il vegliardo profondo, il generatore delle contemplazioni secrete, l’ispiratore di grandi pensieri, il distruttore e il conservatore di tutte le cose, il guardiano e lo scopritore delle cose nascoste che fa perdere e trovare, il dispensatore della vita e della morte, il sovvertitore e il generatore della forza e della potestà.

Nella tradizione cristiana, molte di queste qualità sono state traslate nella figura di Michele, che viene di volta in volta rappresentato o come psicopompo (pesatore delle anime) o come colui che annienta il drago. Entrambe le immagini di questa sublime entità spirituale sono calzanti con “l’epoca” che l’autunno incarna.

L’immagine di Michele, che tiene la spada puntata sul cuore del drago, è un grande appello rivolto all’Uomo a visitare la propria interiorità, al fine di scoprire la pietra filosofale che ivi si nasconde…

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