I quattro temperamenti – I parte

Questo articolo è il primo di una serie di cinque, tratti dal sito di Luigina Marchese (che qui ringrazio), e basati sul lavoro di Emanuela Cardarelli del 2017. Gli articoli sono preceduti da una mia premessa e sono stati riadattati e reimpaginati secondo i criteri di questo sito.
Buona lettura!

Premessa

I quattro temperamenti sono i costituenti di un’antica dottrina medico-filosofica che intendeva raggruppare ed individuare nella personalità umana dei modelli comportamentali, basati sulle caratteristiche fisiche e mentali, che poi sarebbero stati di aiuto nella diagnosi delle patologie e nella prescrizione dei rimedi.

Tale dottrina si basa sulla teoria umorale di Ippocrate di Coo (Kos), che fu da lui concepita come tentativo di fornire una spiegazione dell’insorgenza delle malattie, in contrapposizione alle concezioni magiche o religiose che prevalevano ai suoi tempi. La teoria umorale di Ippocrate si basa sull’esistenza ed individuazione nel corpo umano di quattro fluidi principali, detti umori, la cui deficienza o il cui eccesso influiscono direttamente sul temperamento (carattere) della persona e sul suo stato di salute.

La teoria degli umori, poi, è legata alla teoria dei quattro elementi fondamentali costituenti della natura, elaborata da Anassimene di Mileto e anche alle concezioni astrologiche antiche. I quattro umori individuati da Ippocrate, in relazione ad elementi e pianeti, sono elencati in questa tabella:

Temperamento Elemento Qualità Umore Organo Pianeti Età della vita Stagione
Collerico Fuoco Calda-Asciutta Bile gialla Fegato Marte e Sole Adolescenza e giovinezza Estate
Malinconico Terra Fredda-Asciutta Bile nera Milza Saturno e Mercurio Età adulta Autunno
Flemmatico Acqua Fredda-Umida Flegma Cervello-polmoni Luna e Venere Vecchiaia Inverno
Sanguigno Aria Calda-Umida Sangue Cuore Giove e Venere Infanzia Primavera

La bile gialla (detta anche collera), che ha sede nel fegato, corrisponde al fuoco e ai pianeti Marte e Sole.

La bile nera (o atrabile, in greco Melàine Chole), che ha sede nella milza, corrisponde alla terra e ai pianeti Saturno e Mercurio.

Il fegma, che ha sede nella testa (si ricordi che il cervello galleggia nel liquido cefalorachidiano), corrisponde all’acqua e ai pianeti Luna e Venere.

Infine il sangue, la cui sede primaria è il cuore, corrisponde all’aria e ai pianeti Giove e Venere.

Nella tabella sopra gli umori sono anche messi in relazione alla stagione (sulla base della qualità: l’estate, ad esempio, è calda e umida, e così via), di conseguenza sono soggetti a crescere o a diminuire a seconda del periodo dell’anno: il sangue, ad esempio, prevale in primavera, la bile gialla in estate e così via. Il giusto equilibrio degli elementi è definito “eucrasia”, mentre il prevalere dell’uno o dell’altro è detto “discrasia”, ed è condizione patologica che si riflette anche nel prevalere di un temperamento su di un altro.

La teoria umorale ippocratica fu poi ampliata da Galeno (131-201 d.C.), attraverso studi scientifici basati sulla dissezione di animali e sull’osservazione dei cadaveri, sia in senso medico che “psicologico”. L’infinita possibilità che gli elementi hanno di combinarsi fra loro, infatti, fu posta da Galeno come base degli infiniti possibili caratteri dell’uomo.

La teoria umorale divenne così anche una teoria della personalità: l’eccesso di uno dei quattro umori definirebbe un carattere, un temperamento e insieme una costituzione fisica detta complessione, secondo questo schema

Temperamento Eccesso Complessione
Collerico bile gialla magro, asciutto, di bel colore, irascibile, permaloso, furbo, generoso e superbo
Malinconico bile nera magro, debole, pallido, avaro, triste
Flemmatico flegma beato, lento, pigro, sereno e talentuoso
Sanguigno sangue rubicondo, gioviale, allegro, goloso e dedito ad una sessualità giocosa

Il sistema degli umori elaborato da Ippocrate e Galeno arrivò in Italia nel Medioevo attraverso gli arabi e gli ebrei, come dimostra l’adozione della scuola salernitana di traduzioni dei testi arabi e sopravvisse fino oltre il Rinascimento, quando nuove discipline, quali la iatrochimica e la dottrina miasmatica, che portarono poi al suo completo abbandono alla metà dell’Ottocento.

Rimangono però nel linguaggio e nella coscienza collettiva ampie tracce di queste concezioni: il cuore è comunemente indicato come la sede dei sentimenti, in particolare dell’amore; collera è sinonimo ancora oggi di tendenza all’ira e del collerico si dice che “si rode il fegato” o anche che “è giallo dalla rabbia”; e ancora di una persona estremamente pigra e lenta si dice che è flemmatica.

I TEMPERAMENTI NELL’ANTICHITÀ

La storia della medicina moderna inizia con Ippocrate di Cos (460 – 377 a.C.). In quel periodo l’importanza delle suole misteriche stava declinando, e poiché la medicina era collegata alla pratica religiosa, anche i guaritori stavano perdendo autorità. Ippocrate, quindi, decise di rimuovere la medicina dalla sfera religiosa e di trattarla come una scienza indipendente. Tutti i dati da lui raccolti crearono le basi della moderna scienza medica.

Nel VI secolo a.C. Anassimene di Mileto aveva introdotto nel pensiero greco la teoria dei quattro elementi fondamentali che costituiscono la realtà e un secolo più tardi Empedocle diede corpo a questa teoria, sostenendo che la realtà che ci circonda, caratterizzata dalla mutevolezza, è composta da elementi immutabili, da lui nominati “radici”. Ogni radice possiede una coppia di attributi: il fuoco è caldo e secco; l’acqua fredda e umida; la terra fredda e secca; l’aria calda e umida. Ippocrate tentò di applicare tale teoria alla natura umana, definendo l’esistenza di quattro umori base, ovvero bile nera, bile gialla, il flegma (muco) ed infine il sangue (umore rosso). La terra corrisponderebbe alla bile nera che ha sede nella milza, il fuoco corrisponderebbe alla bile gialla (detta anche collera) che ha sede nel fegato, l’acqua alla flemma (o flegma) che ha sede nella testa, e l’aria al sangue, la cui sede è il cuore. A questi corrispondono quattro temperamenti (sanguigno, collerico, melanconico, flemmatico), quattro qualità elementari (freddo, caldo, secco, umido), quattro stagioni (primavera, estate, autunno e inverno) e quattro stagioni della vita (infanzia, giovinezza, maturità e vecchiaia).

Questa teoria degli umori restò in voga per parecchio tempo. Nel periodo elisabettiano i quattro umori erano descritti in questo modo, un po’ diverso da quello che conosciamo. Il sanguinico, ad esempio, viene qui collegato al sangue e al fegato, e descritto come corpulento. Il collerico viene collegato alla milza e descritto come magro e coi capelli rossi. Il flemmatico viene collegato ai polmoni e il malinconico alla cistifellea, e descritto come goloso.

Con l’Illuminismo e la nascita della moderna psicologia, la teoria umorale iniziò a essere vista come qualcosa di antiquato, poiché si riteneva che a determinare il carattere e la personalità di un individuo fossero soprattutto l’ambiente e il modo in cui egli veniva cresciuto ed educato. All’inizio del XX secolo il concetto di temperamento venne completamente messo da parte, poiché parlare di qualità innate della persona era considerato politicamente scorretto, e tutto lo studio, invece, si concentrava sui geni.

I temperamenti tornarono ad essere studiati negli anni ’50, riprendendo Jung e il suo concetto di estroverso/introverso. In seguito, lo psicologo Jerome Kagan, facendo ricerche in particolare sui bambini, identificò i temperamenti malinconico e collerico, ma non gli altri due, che vennero comunque identificati da altri studiosi. Egli, inoltre, associò anche delle tipologie fisiche a questi due temperamenti che aveva individuato.

Il tedesco Hans Eysenck (1916 – 1997) divise i quattro temperamenti in estroversi/introversi e stabili/instabili, elaborando questo schema. I temperamenti estroversi sono il sanguinico e il collerico, mentre gli introversi il malinconico e il flemmatico. Gli instabili sono il malinconico e il collerico e gli stabili il flemmatico e il sanguinico. Può sembrare strano che il volubile sanguinico sia considerato “stabile”, ma in pratica la sua stabilità sta proprio nell’essere sempre instabile.

I TEMPERAMENTI SECONDO RUDOLF STEINER

Rudolf Steiner riprende le basi della teoria umorale, ma le illumina alla luce della scienza dello spirito. Egli infatti sostiene che il temperamento è ciò che si forma alla confluenza di due correnti, quella ereditaria e quella individuale. La corrente ereditaria è tutto ciò che noi ereditiamo da genitori, nonni e antenati in generale. Nell’uomo c’è però anche un nucleo individuale che non può essere spiegato con l’ereditarietà e che è tutto ciò che noi abbiamo acquisito attraverso le nostre incarnazioni passate. Se così non fosse, tutti gli appartenenti a una famiglia sarebbero l’uno uguale all’altro.

Quindi da una parte il temperamento ci individualizza, perché ci rende individui unici e diversi dagli altri, e dall’altra ci inserisce in un gruppo composto dalle persone che hanno il nostro stesso temperamento. Steiner infatti spiega che ogni persona possiede tutti e quattro i temperamenti (cosa che diceva già Ippocrate), ma che essi sono presenti in percentuale diversa: ce n’è uno dominante e poi gli altri tre a scalare. In genere il secondo temperamento è polare del primo, ma non sempre. Proprio per questo motivo, a seconda di come si mescolano, si otterrà la grande varietà di individualità e a volte potrà anche risultare difficile capire il temperamento dell’altra persona.

Steiner collega poi i temperamenti alle quattro parti costitutive dell’uomo. La prima parte che ci si presenta è quella che tutti possono vedere con i loro sensi, cioè il corpo fisico, che l’uomo ha in comune con tutto il mondo visibile, cioè animali, piante e minerali. Esso è collegato con gli organi sensori e s’inserisce completamente nella linea ereditaria. Al corpo fisico è collegato il temperamento malinconico.

Poi abbiamo il corpo eterico, che è unito al corpo fisico fino al momento della morte. Esso può venire chiamato anche corpo vitale, perché è il creatore e il modellatore del corpo fisico e colui che lo mantiene in vita. È collegato al sistema ghiandolare-linfatico ed è in comune con piante e animali. Anche il corpo eterico fa parte della linea genealogica. Al corpo eterico è collegato il temperamento flemmatico.

Quindi abbiamo il corpo astrale, che ci porta gioia e dolore, piacere e pena, istinti, passioni e brame. Esso crea il flusso di sentimenti e sensazioni ed è collegato col sistema nervoso. L’uomo ha in comune il corpo astrale con gli animali e (a differenza dei due precedenti) è connesso con l’individualità umana (cioè non è ereditario). Al corpo astrale è collegato il temperamento sanguinico.

Infine abbiamo l’io, che appartiene soltanto all’essere umano ed è quello che ci permette appunto di dire “io” a noi stessi. Esso è collegato al sangue, che è proprio il portatore dell’io e, come il corpo astrale, è connesso con l’individualità. All’io è collegato il temperamento collerico.

A seconda del maggiore o minore influsso di queste parti si avranno i vari temperamenti. Quello che è importante capire è che se una persona ha un certo temperamento essa non possiederà necessariamente tutte le caratteristiche di quel temperamento e solo quelle, poiché tutto dipenderà da come esso si è mescolato con gli altri.

Rudolf Steiner ci ha lasciato anche delle descrizioni fisiche di ogni temperamento, che in parte riprendono quelle già date in passato dagli studiosi greci. Anche queste, però, non vanno prese in maniera dogmatica, cioè non si deve pensare che una persona abbia tutte le caratteristiche fisiche del suo temperamento, soprattutto perché nell’aspetto fisico gioca un ruolo importante anche la linea ereditaria.

Il temperamento non può essere cambiato (nel senso di acquisirne un altro), e questo vale sia per gli adulti che per i bambini. Quello che si dovrebbe fare è smussarne i lati più eccessivi, in modo da arrivare, un giorno, a una perfetta armonizzazione dei quattro temperamenti, così da usarli a seconda dell’occasione, come se fossero un abito. Steiner ha infine mostrato come i temperamenti si possano ritrovare un po’ ovunque nel mondo. Ad esempio nei colori: collerico -> rosso , sanguinico -> giallo, flemmatico -> verde e malinconico -> blu. O anche negli alberi: malinconico -> cipresso, flemmatico -> tiglio, sanguinico -> betulla e collerico -> quercia).

Ne segue che è possibile trovare tra i vari alimenti, quelli che possono aiutare la persona a smussare i lati eccessivi del proprio temperamento. In genere gli alimenti vengono dati o in maniera omeopatica (cioè “il simile cura il simile”) o allopatica. Ad esempio, se il flemmatico mangerà il riso, dovrà condirlo con le spezie. Anche questo, però, non va preso in maniera dogmatica, perché tutto dipende sempre da come il temperamento principale si mescola con gli altri. Per cui, chi vuole lavorare al proprio temperamento o a quello dei bambini attraverso l’alimentazione, deve sempre sentire il parere di un esperto.

Anche nella musica, ciascuna famiglia di strumenti di melodia è legate a uno specifico temperamento. Qui il discorso si fa abbastanza complesso, perché occorre prendere in considerazione non solo le varie famiglie di strumenti, ma anche gli strumenti stessi. Una possibile esemplificazione potrebbe essere questa:

Nella metrica, per ognuno di essi vi è un ritmo specifico:

  • Dattilo (_ U U): malinconico
  • Anapesto (U U _): collerico
  • Giambo (U _) sanguinico
  • Trocheo (_ U): flemmatico

Anche le quattro operazioni possono essere divise secondo i temperamenti:

  • sottrazione: malinconico
  • addizione: flemmatico
  • moltiplicazione: sanguinico
  • divisione: collerico

(continua)

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