In uscita “Kaspar Hauser, il delitto d’Europa”

Nei prossimi giorni uscirà il mio libro su Kaspar Hauser, un piccolo contributo all’indagine su questo personaggio la cui importanza per i tempi odierni, ma soprattutto quelli futuri, è assai sottovalutata.

INTRODUZIONE

La storia, come Rudolf Steiner ha più volte affermato nelle sue conferenze, non è altro che una fable convenue, una sorta di patto di non belligeranza tra più parti teso, al di là di ogni dietrologia, ad escludere la connessione del susseguirsi delle azioni umane con il mondo spirituale. Se all’uomo antico era chiara la corrispondenza biunivoca tra mondo materiale e mondo spirituale, connessione che si rifletteva tanto nell’organizzazione sociale che in ogni aspetto della vita, sia sacro che profano, all’uomo contemporaneo non è rimasto più alcun concetto di questa relazione, anche perché, diciamolo chiaramente, il materialismo ha vinto e il mondo spirituale non esiste.

Alla luce di quest’ultima provocatoria affermazione, che senso ha, allora, occuparsi ancora di una vicenda sulla quale sono state scritte decine di migliaia tra libri e articoli e che, sul piano storico non ha più nulla da dire?

Come si vedrà nella parte biografica, basata principalmente sulle opere di Anselm von Feuerbach e di Oreste Ferrari, e sul romanzo di Jacob Wassermann Caspar Hauser o l’inerzia del cuore, le vicende umane di Kaspar Hauser, dal momento della sua comparsa a Norimberga fino al giorno della sua fine ad Ansbach, sono legate indissolubilmente al Regno di Baviera e al Granducato di Baden. Inoltre, secondo le comunicazioni di Rudolf Steiner, la sua missione spirituale (e di conseguenza terrena) ha a che fare con l’intera Europa Centrale e in particolare con la nazione germanica. Riteniamo pertanto utile riproporre un breve compendio storico dei fatti salienti che riguardano l’Europa centrale da cui ha avuto origine l’attuale Germania.

Ma come si vedrà nella terza parte di questo libro, le poche comunicazioni di Steiner sono in realtà assai stringenti e chiamano idealmente ogni uomo dell’Occidente a fare almeno i conti con un’evoluzione storica sul piano materiale che sembra non avere dato nessuno dei frutti auspicati dai semi posti molti secoli or sono dalla misteriosa confraternita dei Rosacroce. Poco prima di morire Steiner disse che occuparsi di Kaspar Hauser significa occuparsi del futuro, e quasi cento anni dopo la sua morte riteniamo che sia già iniziato “quel futuro”. L’Europa che conosciamo oggi sembra davvero molto lontana da un ideale comunitario in cui gli uomini possano vivere concretamente in libertà, fratellanza e uguaglianza, i pilastri su cui si dovrebbe una sana Triarticolazione sociale.

In essa sembra vigere una dittatura dell’economia come unico indicatore di coesione. Se da un lato ai cittadini europei è stata garantita la libertà di spostamento sul territorio, la libertà delle comunità locali di autodeterminarsi per il meglio sembra invece essere stata sopraffatta da trattati fratricidi, percepiti come oppressivi. L’uguaglianza dei diritti, poi, sembra non essere minimamente nell’agenda di chi, spesso non eletto, detta le regole da organi comunitari che non hanno reali criteri di rappresentatività.

Nella lotta per il futuro dell’Unione Europea, vediamo essenzialmente riproporsi gli stessi due elementi che furono responsabili dell’eliminazione di Kaspar Hauser, che erano gli stessi coinvolti nel fallimento della manifestazione pubblica dei Rosacroce nel XVII secolo: allora le élite britanniche, attraverso l’opera del Conte Philip Henry Stanhope, e quelle austriache (impero ultra cattolico) con il cancelliere Klemens von Metternich, oggi le élite finanziarie (per lo più britanniche), in combutta con l’Unione Europea, divenuta il braccio politico “armato” per portare avanti un programma politico suicida che, tra gli altri punti, ha voluto la “depravazione” delle costituzioni degli stati sovrani, obbligandoli a inserire vincoli di bilancio economici entro la carta dei diritti politici.

Il destino di Kaspar si intrecciò a questa sordida disputa per il dominio del mondo, e lo portò ad una segregazione di 12 anni e al successivo omicidio nel 1833. Le forze che oltre cento anni fa si allearono per impedire la missione di Kaspar Hauser e non perdere così la loro presa sul mondo, trovano un analogo oggi nelle élite finanziarie dell’Occidente (Regno Unito e Stati Uniti) da un lato, che cercano di imporre un’Europa Unita essenzialmente focalizzata sull’economia, e dall’altro nelle forze “religiose” antiche, che hanno il proprio baricentro nel Vaticano (“casualmente” governato da un gesuita), che vorrebbero resuscitare una sorta di Sacro Romano Impero morale. Non è un caso che l’incontro che ha ratificato la Costituzione Europea si sia tenuto a Roma, il 29 ottobre del 2004, nella Sala degli Orazi e Curiazi, al Palazzo dei Conservatori sul Campidoglio, tra gli affreschi di Romolo che traccia il solco di Roma e del Ratto delle Sabine, sotto gli occhi della possente statua benedicente di Papa Innocenzo X, il papa che si rifiutò di accettare le decisioni della Pace di Vestfalia, che pose fine alla Guerra dei Trent’anni.

Ma a differenza del passato, quando queste si coalizzarono in chiave anti-napoleonica, ora queste due forze occidentali sono alleate con le forze nazionaliste francesi, che sognano ancora di riportare in vita la grandeur dell’Impero di Napoleone.

In tutto questo svolgersi della storia, gli elementi di spazio in cui si sono verificati e si verificano gli eventi storici possono sembrare casuali, ma come si vedrà nel capitolo dedicato allo studio di questi nelle origini di Kaspar Hauser, procedendo da essi con un metodo di indagine goethiano, possiamo vederli come rivelatori di fatti spirituali su cui Rudolf Steiner, con la sua ciclopica opera, ha sollevato il velo, e trarre da noi, che pur non abbiamo la possibilità di indagare il mondo spirituale direttamente come lui, i relativi nessi spirituali, nella piena libertà.

Se Steiner non ci ha parlato dettagliatamente della vita di questo “atlantideo smarrito”, è forse perché tocca a noi, uomini di quel futuro, trovare la realtà spirituale dietro i sintomi della storia e dell’attualità, se vogliamo evitare di diventare le vittime di un’altra catastrofe nel XXI secolo o nei secoli a venire.

Questo volume si prefigge due obiettivi primari: il primo è quello di fornire al lettore di lingua italiana un testo di riferimento, o meglio una sorta di guida, in cui trovare i fondamenti storici sia della Germania (il luogo “da cui proveniva” Kaspar Hauser), che della vita di Kaspar stesso, che compendiano quanto è possibile trovare oggi nel panorama editoriale italiano (di fatto il solo testo di Feuerbach e il romanzo di Wassermann), per poter meglio approfondire poi la notevole indagine scientifico-spirituale di Peter Tradowsky. Il secondo obiettivo è quello di dare ulteriori contributi a quella indagine, fornendo tanto osservazioni personali sulla vicenda che contributi – attualmente non disponibili in italiano – di altri ricercatori; in particolare verranno proposti per la prima volta in italiano alcuni contributi di Terry Boardman, storico e antroposofo inglese, che ha condotto una interessante indagine fenomenologica nel suo – non ancora tradotto – Kaspar Hauser, Where he did come from?

Nella nostra piccola indagine ci limiteremo ai soli elementi di spazio analizzati dal Boardman, ampliandoli secondo una linea direttrice spaziale, che egli stesso individua e che tocca i luoghi salienti della vita di Kaspar, utilizzandone i punti come trait d’union tra il mondo fisico e quello spirituale.

Tratteremo poi degli scopi a cui si mirava attraverso Kaspar Hauser, ossia la sua Missione, così come raccomanda di fare Steiner al conte Ludwig Polzer-Hoditz, cercando di comprendere se e come il fallimento di questa si sia trasformato in una missione per l’Umanità in generale, e per ogni singolo uomo in particolare.

Non c’è alcuna pretesa di compiutezza in questa piccola opera, anche in virtù della materia trattata; casomai andrebbe considerata come un piccolo passo nella comprensione di un Mistero moderno (nel senso più ampio ed etimologico del termine) che attende non tanto una soluzione sul piano storico che, come vedremo, forse mai arriverà, quanto che si apra il proprio cuore alla compassione, che questo elevato Essere ha esercitato incondizionatamente, nell’epoca dell’anima cosciente, entro il popolo che proprio aveva il compito storico del suo sviluppo.

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